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LA MUSICA

La musica in genere è cosa tremenda. Che cos'è? Non lo capisco. Che cosa è la musica? Che cosa fa? E perché fa quello che fa? 

Dicono che la musica elevi lo spirito!

Sciocchezze, non è vero! Esercita una grande influenza..... però non eleva lo spirito di certo.

Non eleva né umilia lo spirito, lo eccita piuttosto, Come dire? La musica mette in condizione di dimenticare noi stessi, la nostra situazione reale, e ci trasporta in una situazione che non è la nostra.

Sotto l'influsso della musica ci par di sentire ciò che in realtà non sentiamo, di capire ciò che non capiamo, di potere ciò che non possiamo.....

Essa, subito, con immediatezza, ci trasporta nello stato d'animo in cui si trovava chi la compose.

Ci fondiamo spiritualmente con lui e, assieme a lui, passiamo da una dimensione all'altra, e perché lo si faccia, davvero non lo so....

 

E' QUESTO MOTIVO PER CUI LA MUSICA ECCITA SOLTANTO....

PER QUESTO, A VOLTE, HA UN EFFETTO COSÌ SPAVENTOSO,

COSÌ TERRIBILE......

da "La sonata a Kreutzer  di L. Tolstoj.

 
 
 
   
     
LO SPAZIO

Nel caso del nostro teatro, o più precisamente dello SPAZIO IMMAGINARIO DI PROIEZIONE SONORA E TEATRALE come alla fine si è configurato, il primo grande problema si è presentato dopo aver studiato le piante di numerosi teatri moderni ed averne notato l'estrema complessità  e soprattutto la grande quantità di nuclei funzionali e di spazi significativi di cui l'edificio teatrale necessitava. La prima intuizione è nata dal ricordo di una frase di Mies Van Der Rohe :"Less is more" interpretandola in chiave funzionale; questo ci ha portato così a ragionare per "raggruppamenti di funzioni", GRAPPOLI di funzioni, come in seguito si è deciso di definirli. In pratica, come nelle moderne costruzioni belliche navali, si è optato per una "CONTAINERIZZAZIONE" per elementi del nostro teatro, accorpando tutti gli spazi per gli attori, per il ballo, per la musica e per la scenografia. All'inizio tutto ciò è avvenuto per una semplificazione del processo conoscitivo e progettuale, trasformandosi ben presto in un vero e proprio metodo di lavoro.

 
      
       
 

Ci siamo così immaginati di entrare all'interno di un teatro"virtuale" e di effettuare un assemblaggio delle parti, per così dire a "A CASCATA", di ciò che trovavamo lungo il nostro percorso immaginario. In sequenza abbiamo "montato" l'atrio, i foyer e la sala vera e propria in un primo nucleo autonomo (nucleo pubblico). Questo primo "nocciolo" in un secondo momento è stato aggregato ad un secondo modulo questa volta formato dalla torre scenica alla quale erano "agganciati" i restanti moduli funzionali e cioè i camerini, le sale prova, i locali di servizio e l'amministrazione (nucleo scenico). In fondo era un'idea semplice permettendoci una grandissima libertà di scelta nella progettazione del cosiddetto "spazio di proiezione" una volta definito il "guscio" funzionale.

 
      
 

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